luglio 2021

 

Greta o non Greta, la consapevolezza di dover tutelare l’ambiente e la necessità di uno stile di vita sostenibile sono per fortuna sentimenti sempre più vissuti e condivisi a livello globale. E, come tutti i fenomeni, portano con sé anche alcune parole, un vero e proprio glossario che fa riferimento a questa sensibilità. Parole di diverse lingue, raccolte dai linguisti della app Babbel. Suoni strani, curiosi e divertenti, termini impronunciabili – e a volte anche intraducibili – per raccontare un rinnovato rapporto tra l’uomo e il pianeta. Vediamo quali sono.

Bergdenken, parola tedesca, letteralmente “pensiero di montagna”. L’ha coniata l’accademica Helga Peskoller per indicare il forte desiderio di essere tra le montagne, soprattutto quando si è ingabbiati in una metropoli caotica.

Eutierra. Chi ha fatto il classico lo sa: una parola che inizia per “eu”, significa sempre qualcosa di buono. Questo neologismo è opera del filosofo australiano Glenn Albrech e descrive il senso di benessere che si prova nel sentirsi una cosa sola con la Terra e le sue forze vitali. Sempre targato Glenn Albrecht è il termine Solastalgia, ovvero il senso di desolazione che si prova quando l’ambiente viene radicalmente trasformato dal cambiamento climatico. Ma l’ambiente è anche qualcosa di prossimo, come il verde sotto casa e Ungardening indica il trend relativo alla cura del giardino domestico, evitando l’utilizzo di pesticidi tossici e incoraggiando la fauna spontanea.

Arriviamo a una parola intraducibile, Gökotta. Per gli svedesi significa “alzarsi all'alba per uscire ad ascoltare il canto degli uccelli” e più generalmente indica la necessità di trovare il tempo per apprezzare la natura.

A proposito di stati d’animo, Morbique è una parola usata nei paesi anglofoni per descrivere il desiderio morboso di viaggiare in luoghi e sperimentarli prima che siano irreparabilmente danneggiati dall’impatto dell’uomo.

Per restare in tema, con Mottainai i giapponesi indicano il rammarico che si prova quando qualcosa di prezioso – come le meraviglie della natura – viene sprecato.

Plastbanta. No, non è il nome di un mobile svedese, ma è una parola (svedese, questo sì), che si traduce con “dieta della plastica”, ovvero l’attenzione a fare un uso oculato di questo materiale così difficile da smaltire.

Ma la sostenibilità ha molto a che vedere con i mezzi di trasporto e il loro impatto sull’ambiente: in olandese esiste un termine che indica addirittura la “vergogna di prendere l’aereo”, in quanto mezzo particolarmente inquinante – Vliegschaamte –, mentre Treintrots fa riferimento, al contrario, all’orgoglio di chi sceglie il treno.

Altro tema centrale è il riciclo, e qui abbiamo due termini legati a questa pratica: Wish-cycling è il tipico stato d’animo che proviamo quando gettiamo un rifiuto nei contenitori della raccolta differenziata con un senso di incertezza, augurandoci che venga effettivamente recuperato. Upcycling, invece, è quell’attività di utilizzo di materiali riciclabili per creare prodotti con un valore maggiore di quello originale, che nobilita i rifiuti e li rende oggetti di valore.