luglio 2021

 

Il termine “finanza” rimanda a Wall Street (tanto al luogo fisico quanto al film), a investimenti rischiosi, capitali che si polverizzano, titoli che crollano, ma anche a guadagni impensabili e in generale a un ambiente privo di scrupoli.

Ebbene, sembra che questo paesaggio sia destinato, se non a scomparire, almeno a essere completato da un modo di operare in finanza più etico e responsabile. In una parola, sostenibile.
Parliamo dell’impact investing, un settore che affianca la finanza tradizionale per accogliere le esigenze di nuove categorie di investitori responsabili, interessati non solo a un rendimento finanziario, ma anche al perseguimento di un impatto sociale. Si tratta di un settore in rapida crescita: stando all’ultimo report del Global Impact Investing Network (GIIN) le risorse gestite globalmente in questo ambito superano i 100 miliardi di dollari.

L’obiettivo di chi opera nel settore dell’impact investing è quello di realizzare investimenti legati a obiettivi sociali o ambientali che siano però anche misurabili e intenzionali. Esempi di questo tipo di investimenti sono i settori dell’ecologia, delle energie rinnovabili, dell’housing sociale, di progetti in generale vocati a cause non meramente economiche.

Quello che differenzia l’impact investing da operazioni come charity, beneficienza, donazioni, filantropia e in genere azioni solidali è che in questo caso lo scopo è quello di generare un ritorno economico per gli investitori, pur muovendosi all’interno dei confini della sostenibilità e della responsabilità.

Esistono due livelli di impact investing: “finance first”, che ha l’obiettivo di realizzare un impatto sociale e raggiungere un rendimento di mercato e “impact first”, in cui è preminente realizzare un impatto sociale, lasciando gli obiettivi di rendimento al di sotto delle aspettative di mercato.

Anche in Italia crescono i numeri di questo settore: secondo un’indagine, pubblicata dalla Fondazione Social Venture Giordano Dell'Amore, siamo passati dai 46 milioni di euro del 2017 ai 109 del 2020 con una crescita del 137%. Dati che fanno sperare in un futuro dove rendimento economico e scopo sociale non siano destinati a viaggiare su binari paralleli.