Era il 2017 quando tre studenti dell’Università svedese di Linköping, Filip Gardler, Mikael Gånge e Filip Lövström, conclusero la loro ricerca sui luoghi nel mondo dove la mobilità elettrica avrebbe potuto portare maggiore impatto positivo dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Tra questi, i tre ragazzi individuarono il Kenya. Iniziava così l’avventura di Opibus, azienda svedese con sede anche a Nairobi, che si propone di elettrificare i trasporti nel Paese africano, dando nuova vita a vecchi veicoli installandovi motori elettrici. 

Dopo aver iniziato a elettrificare i veicoli 4x4 usati durante i safari, Opibus ha “trasformato” in veicoli elettrici gli autobus delle aziende di trasporti di tre città kenyote, tra cui Nairobi. L’ ex startup svedese ha inoltre progettato un modello di moto elettrica, realizzata in Kenya, attirando l’attenzione di Uber, con cui Opibus ha siglato una partnership strategica per promuovere la mobilità elettrica in Africa, e fornire 3.000 moto elettriche ai conducenti Uber.

L’industria motociclistica è infatti uno dei maggiori datori di lavoro del Kenya (1,2 milioni di giovani sono impiegati nel settore, secondo l’azienda svedese); tuttavia, oltre 1,6 milioni di motociclette immatricolate nel Paese funzionano con motore a combustione: Opibus punta a invertire la rotta con le proprie moto elettriche.

Dopo l’avvio in Kenya, Opibus punta a estendere l’uso della mobilità elettrica in tutto il continente africano: per questo l’azienda ha recentemente cambiato nome, da Opibus a ROAM (viaggiare, vagabondare), a indicare l’esplorazione del continente africano e l’espansione in nuovi mercati emergenti. Un impegno che le è valsa l’inclusione nella lista delle 100 aziende più influenti nel 2022, stilata dal magazine statunitense TIME.

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26 aprile 2022