Guerra in Ucraina e mobilità elettrica: cosa c’entrano? Più di quanto pensiamo. La crisi ucraina potrebbe avere un impatto severo sul settore automotive, e sulla mobilità elettrica in particolare.

Il motivo è legato a due fondamentali componenti delle auto elettriche: i semiconduttori e le batterie. I semiconduttori sono i materiali con cui si realizzano le componenti di base dei circuiti elettronici. La loro produzione dipende dalla disponibilità di materie prime come argo, xeno, cripto e neon. Quest’ultimo serve per far funzionare i macchinari laser che stampano i semiconduttori, e uno dei maggiori produttori al mondo di neon è proprio l’Ucraina.

Uno dei principali componenti delle batterie è invece il nichel, di cui la Russia è tra i maggiori produttori mondiali. Secondo S&P Global Market Intelligence, le case automobilistiche occidentali, già alle prese con l’aumento dei prezzi del litio, la carenza di semiconduttori e gli alti costi dell’energia, ora devono affrontare anche il rincaro del nichel, che il giorno dell’invasione russa ha toccato il massimo degli ultimi 11 anni al London Metal Exchange.

La guerra in Ucraina ha messo in luce la stretta relazione tra industria dell’auto elettrica e disponibilità di materie prime. La ricerca e l’innovazione europee stanno cercando di trovare soluzioni per transitare verso un’economia circolare che permetta il riutilizzo di alcuni componenti e renda le aziende meno dipendenti dalle fluttuazioni delle materie prime e da crisi internazionali. Proprio la correlazione tra materie prime e mobilità sostenibile è uno dei temi centrali della VI edizione del White Paper di RepowerMobilità sostenibile e veicoli elettrici, con case histories, dati e analisi sulla mobilità elettrica: ve lo racconteremo nel dettaglio a partire dalla prossima settimana.

25 marzo 2022