Che l’automobile privata non rientrasse più tra i desideri dei Millennial era già (pressoché) noto. Ora, uno studio della società di consulenza Bain & Company pare confermare la fine di un vero e proprio status symbol. La ricerca commissionata da Quattroruote getta luce sul rapporto tra le nuove generazioni e la mobilità, concentrandosi in particolar modo sui giovani nati tra il 1984 e il 1995 e residenti in Italia, Germania e Regno Unito.

 

Un confronto che ha fatto emergere un primo dato essenziale: in Germania e in Gran Bretagna i Millennial rappresentano il 18 e il 20% dell’intera popolazione, in Italia non superano il 16%. Non solo, in Millennial italiani hanno raggiunto i vent’anni in un periodo di profonda crisi per il Paese: tra il 2000 e il 2015 il Pil pro capite è sceso a -0,4% contro il +1,2% della Germania e il +1,1% del Regno Unito. Meno ricchezza, meno patenti rilasciate. Secondo Bain & Company, le patenti di tipo B sono diminuite di un buon 25% nel periodo tra il 2001 e il 2017, mentre le immatricolazioni di vetture a nome di giovani tra i 18 e i 29 anni sono calate del 50% tra il 2008 e il 2017.

 

La ricerca chiarisce inoltre che il livello di urbanizzazione influisce molto sulle scelte di mobilità: chi vive in città ha un rapporto più freddo, meno emotivo con l’automobile, ed è anche più propenso alla condivisione. Il 55% dei Millennial, infatti, è disposto a utilizzare il car sharing.

 

Interessante è, infine, la parte dello studio dedicata alle nuove tendenze. Rispetto alle precedenti generazioni, quando si parla di automobili i Millennials sono sensibili all’estetica e alla tecnologia. La sostenibilità ambientale è importante e quasi tutti apprezzano l’idea di un’auto che inquina di meno. L’elettrico? Piace, ma solo in presenza di incentivi, oppure se offerto a parità di condizioni economiche. L’auto a guida autonoma? Suscita ancora qualche timore: sono pochi gli intervistati che accolgono l’idea di una vettura che si guida da sola.

 

30 aprile 2019