Se nei prossimi due anni avverrà la svolta, con un’impennata dei veicoli elettrici in Europa (e i dati di inizio anno fanno ben sperare), l’infrastruttura di ricarica dovrà essere adeguata alla nuova mobilità. Lo segnala il rapporto Recharge EU di Transport & Environment, organizzazione indipendente che studia l’evoluzione del mercato automobilistico europeo. Secondo TE, con la crescita del mercato dell’auto elettrica in Europa serviranno molte più colonnine di ricarica rispetto a oggi: circa tre milioni nel 2030.

A fine del 2019, si legge nel rapporto, tra tutti gli Stati UE si contavano circa 185.000 colonnine pubbliche. Con più di quaranta milioni di auto elettriche in strada, la rete di ricarica dovrà espandersi, richiedendo investimenti medi annuali nell’ordine di 1,8 miliardi di euro, venti miliardi in totale da qui al 2030 secondo TE.

Il rapporto Recharge EU precisa però come, oltre alla quantità e ubicazione di stazioni di ricarica, sia ugualmente importante la qualità dell’infrastruttura. E suggerisce alcuni punti chiave per un piano europeo di implementazione della rete di ricarica. Eccone un assaggio:

  • Serve implementare una copertura completa della rete stradale europea, o almeno di quella autostradale.
  • Ricaricare un’auto elettrica dovrebbe essere semplice come fare rifornimento di benzina. I prezzi dovrebbero essere sostenibili.
  • I sistemi di ricarica dovrebbero essere intelligenti, per allineare le sessioni di ricarica con la generazione di elettricità rinnovabile grazie alle funzioni di monitoraggio e controllo della sessione di ricarica. I sistemi di tariffazione pubblica dovrebbero disporre di un sistema di misurazione intelligente.
  • Le proprietà commerciali, come grandi negozi e strutture ricreative e sportive con parcheggio, sono luoghi ideali per stazioni di ricarica. Sono luoghi in cui molti driver parcheggiano la propria auto per un certo periodo di tempo e possono quindi aiutare ad alleviare il bisogno di stazioni di ricarica dedicato nelle aree urbane.
  • Il cablaggio di edifici residenziali e luoghi di lavoro dovrebbe garantire che i conducenti di veicoli elettrici non debbano attendere più di tre mesi per ottenere la ricarica, sia a casa che al lavoro. Ciò dovrebbe andare di pari passo con un programma di finanziamento per gli edifici e per potenziare le reti laddove necessario, mirando a un quinto degli edifici cablati nel 2025 e metà nel 2030.
  • Infine, la fornitura di infrastrutture di ricarica nelle città dovrebbe mirare a ridurre la dipendenza dalle auto private, dando priorità a soluzioni di ricarica per auto condivise, taxi elettrici, camion e furgoni elettrici per le consegne. Questo potrebbe richiedere investimenti significativi per potenziare la rete in alcune località, usando fondi UE e nazionali.

10 marzo 2020