Una splendida villa veneta del 1500, immersa in nove ettari di parco e circondata da boschi e colline: è Villa Albrizzi Marini, dimora storica nel trevigiano che versava da 30 anni in stato d’abbandono fino a quando nel 2015 è stata riportata a nuova vita grazie all’idea innovativa e all’intraprendenza di Martiros Gevorgyan, socio fondatore di Rockdrop, capofila del progetto.

Ora ospita un bikepark, una galleria d’arte, una libreria, un ristorante, una guest house e molte altre attività, all’insegna della contaminazione di esperienze e saperi, dell’economia circolare e della sostenibilità. Villa Albrizzi è alimentata al 100% da fonti rinnovabili certificate TÜV, grazie a Verde Dentro di Repower, e ha installato una BITTA  per la ricarica di veicoli elettrici.

Il fondatore del progetto, Martiros Gevorgyan, ci ha raccontato la storia della rigenerazione di Villa Albrizzi, e i piani per il futuro.

Come è nato il progetto?

Nel 2015 la Villa, costruita nel ‘500 dai Marini, importante famiglia di funzionari pubblici della Serenissima, era in pieno stato di abbandono. Così ho pensato di rigenerarla, partendo con la creazione di un bikepark. Nel corso del tempo, grazie alla collaborazione con giovani creativi e start up, abbiamo restaurato diverse aree della struttura, dove ora trovano spazio venti diverse attività: una galleria d’arte, tre studi di artisti, un centro di customizzazione moto, la guest house, il ristorante, studi di videomaker e di piloti di droni, anche un centro cinofilo per l’addestramento di cani in collaborazione con le forze dell’ordine. Trenta persone lavorano presso la Villa.

Quali sono i punti di forza del progetto?

Non abbiamo fatto ricorso al credito: siamo partiti da un capitale iniziale molto basso, e abbiamo puntato il più possibile sulla condivisione di competenze per dare vita ai diversi progetti e sul riuso e riciclo di materiali. Non parliamo infatti di un vero e proprio restauro, ma di rigenerazione.

È un modello replicabile in altre dimore storiche italiane, in borghi montani e distretti industriali dismessi. L’Italia ha un ricco patrimonio storico che si presta a operazioni di rigenerazione in grado di creare occupazione e sviluppo per il territorio.

Quanto è importante per voi la sostenibilità e quali sono, in questo senso, i vantaggi della vostra collaborazione con Repower?

Fin da subito abbiamo prestato particolare attenzione alla sostenibilità economica dell’iniziativa e al riuso e riciclo di materiali per la rigenerazione della struttura.

Spero che la collaborazione con Repower sia l’inizio di un percorso di sostenibilità a lungo termine per la nostra struttura. Grazie a Repower la Villa è alimentata da energia al 100% rinnovabile, mentre BITTA di Repower, la stazione di ricarica per veicoli elettrici, ci permetterà di rivolgerci a un segmento di clientela orientato a un turismo attento all’ambiente al territorio.

 

                                                                                                                                15 dicembre 2020