La ricerca scientifica va avanti, un anno dopo l’altro.

Una giornata insieme al dott. Gasparri e al suo gruppo di ricerca, impegnato nel "Lung Cancer Screening Project".

Via Ripamonti 435. Non un indirizzo qualunque: siamo all’Istituto Europeo di Oncologia (IEO).

Sono le 10:00 e il taxi ci lascia davanti all’ingresso. Abbiamo appuntamento con la Fondazione IEO-CCM, che ci aprirà le porte dei laboratori di ricerca. Sì, perché quest’anno abbiamo scelto di sostenere proprio la ricerca scientifica, finanziando la borsa di studio di Giulia, biologa, per un intero anno.

Entriamo e l’impatto è forte. Ci sono persone di tutte le età, ciascuna con la propria storia, ci immedesimiamo e riviviamo la nostra esperienza. Andiamo avanti. Ci colpiscono i messaggi che raccontano la potenza della prevenzione e della ricerca, che qui allo IEO hanno un grande valore.

Un progetto unico al mondo

Ed eccoci al terzo piano, dove incontriamo il dr. Roberto Gasparri e la dr.ssa Giulia Sedda. La passione con cui ci illustrano il “Lung Cancer Screening Project” è palpabile. Lavorano a questo progetto dal 2011 e ci ricordano che il cancro del polmone è una delle patologie più diffuse al mondo: rappresenta la prima causa di morte di tumore nei maschi (27%) e la terza nelle donne (11%). L’obiettivo è arrivare a un suo screening non invasivo, accurato ed economico accessibile a tutti, laddove la guaribilità è direttamente correlata alla precocità della diagnosi. Oggi non esiste nulla di simile.

 

Per farlo partono da un’idea di base: un metabolismo alterato produce - nel respiro, nelle urine e nel sangue - sostanze alterate rilevabili tramite apparecchiature appropriate. Ci spiegano che identificarle precocemente significa aumentare la percentuale di sopravvivenza e guarigione.


Un naso elettronico per fiutare il cancro polmonare

Il loro team sta dunque lavorando a un “naso elettronico” di nuova generazione in grado di rilevare nel respiro un insieme di particelle prodotte proprio dal tumore. In parallelo porta avanti uno studio sui cani e sulla loro innata capacità di fiutare quelle stesse particelle nelle urine distinguendo così un soggetto sano da uno malato. Informazioni che, combinate con gli esami ematici e quindi con il profilo proteomico del cancro, porteranno la percentuale dei tumori polmonari diagnosticati in fase iniziale dal 15% a numeri decisamente più incoraggianti.

 

Al momento, infatti, non vi è alcuno strumento di screening che sia altrettanto efficace e accessibile. La TAC a basse dosi è in grado di identificare tumori iniziali ma, per i suoi alti costi, l’uso clinico deve essere limitato a gruppi ben selezionati. Nel suo impiego, non vanno inoltre trascurati le radiazioni e il rischio di falsi positivi.

 

È una scoperta continua. E mentre parliamo visitiamo il laboratorio, conosciamo Davide, infermiere che lavora nel gruppo di ricerca del dr. Gasparri. Insieme a lui anche tre biologhe, un fisico, un chimico e una veterinaria, tutti ricercatori.


Quando succederà?

E infine la domanda: quando sarà possibile disporre di questo strumento di screening per tutti? La risposta è incoraggiante: da qui a cinque anni. E l’appello è naturalmente quello di aiutare la ricerca, anche offrendosi volontari nel sottoporsi ai test del respiro, delle urine e del sangue presso lo stesso IEO.

 

Ci salutiamo. È stato un incontro importante e siamo orgogliosi di poter sostenere il lavoro di Giulia per un altro intero anno.   

La Fondazione IEO-CCM ha come duplice mission quella di finanziare la ricerca oncologica dell’Istituto Europeo di Oncologia e quella cardiovascolare del Centro Cardiologico Monzino.
La fondazione opera quindi al fianco dei due Istituti di eccellenza internazionale per raccogliere fondi da destinare alla ricerca clinica e sperimentale, con l’obiettivo di individuare le cure migliori per i propri pazienti.

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