luglio 2022

 

Non servono statistiche e ricerche per rendersi conto che lo shopping online è incredibilmente aumentato negli ultimi anni, diventando un atteggiamento di consumo consolidato e diffuso per moltissime persone.

Ma le ricadute ambientali di questa modalità di fare acquisti sono ancora allo studio, così come le buone pratiche per renderlo più sostenibile. Secondo una ricerca presentata dalla società di consulenza ambientale Quantis, l’impatto ambientale più consistente dell’e-shopping è costituito dal packaging, da cui deriva il 75% delle emissioni di gas serra, mentre la logistica di spedizione e consegna determina mediamente il 15% delle emissioni. L’attività di ricerca del prodotto online e il completamento dellacquisto, invece, genera il 7% delle emissioni di gas serra. Chiude la gestione dei resi, con il 3%.

Dal momento che il packaging rappresenta la parte più inquinante dello shopping online, Quantis ha delineato anche delle buone pratiche per ridurre l’impatto ambientale di questo settore. Eccone alcune:

  • Utilizzare packaging più leggeri, riciclati e riciclabili.
  • Privilegiare i veicoli elettrici e i cargo bike per le consegne “last mile”.
  • Utilizzare energie rinnovabili per le attività del settore.