settembre 2023

 

Distinguere le pratiche di greenwashing da quelle di reale impegno ambientale è un esercizio che ci ritroviamo a dover fare sempre più spesso, dal momento che ormai tutte le aziende, le manifestazioni, i brand, sono chiamati a confrontarsi con l’esigenza di sostenibilità. Le iniziative prese e intraprese da La Biennale di Venezia, che organizza la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, rappresentano un esempio di azioni concrete per la riduzione delle emissioni da parte dei grandi eventi.

 

È stato lo stop forzato delle attività nel 2020, dovuto alla pandemia, a stimolare una riflessione sui cambiamenti necessari da parte degli organizzatori di questi eventi per renderli innovativi e sostenibili. Come ha raccontato Andrea Del Mercato, direttore generale de La Biennale di Venezia, intervistato da Filippo Solibello nell’ultimo episodio del podcast di Repower, Rumors d’Ambiente, il primo passo nel post-pandemia è stato quello di studiare e analizzare le principali fonti di emissioni legate alle mostre e ai festival de La Biennale. Per misurare l’impronta carbonica è stato utilizzato un protocollo internazionale, il PAS 2060. In sede di analisi, è stato dimostrato come oltre l’80% dell’impronta carbonica sia generato dalla mobilità di protagonisti e visitatori che partecipano all’evento in questione. Sono gli spostamenti, quindi, a impattare maggiormente sotto il profilo ambientale. Una volta conosciuti i dati quantitativi relativi alle emissioni e alle loro fonti, le strade sono sostanzialmente due: riduzione e compensazione. Azioni che hanno portato a risultati tangibili e certificati da enti terzi, tant’è che a partire dalledizione 2022, tutte le manifestazioni de La Biennale di Venezia hanno raggiunto la neutralità carbonica.

 

È naturale che proprio da eventi come quelli organizzati da La Biennale, in grado di stimolare dibattiti fra le eccellenze artistiche e intellettuali, arrivino le soluzioni più innovative. Soprattutto da un luogo come Venezia, un contesto delicato sotto il profilo ambientale, una cultura nata e sviluppatasi sull’acqua e che, storicamente, ha fatto dell’innovazione la cifra della propria identità.